L’iconografia di San Giorgio di Cappadocia attraversa i secoli e la
storia occidentale e mediorientale, abbracciando non
solo il mondo cristiano, ma comparendo anche nella tradizione islamica.
Benché
l’agiografia dell’eroico cavaliere sia povera di fonti storiche attendibili, la
fede popolare ha portato in trionfo la sua immagine fin dai primissimi secoli.
Quella che sarà poi l’Inghilterra anglicana farà di San Giorgio il suo patrono
per eccellenza, attribuendogli il ruolo di protettore celeste della dinastia
regnante.
Moltissime le città italiane e straniere che lo hanno scelto come
loro santo patrono. E, della stessa Genova, egli è simbolo storico e immagine
tra le più familiari e rappresentate fin dai tempi della Repubblica Marinara.
Nonostante
questa indiscutibile popolarità, alla fine degli anni ’60 del secolo scorso,
nel clima d’innovazione del Concilio Vaticano II, Papa Paolo VI ha declassato
la sua festa in memoria facoltativa. Tale scelta fu probabilmente dovuta alla
mancanza di fonti biografiche attendibili. Più recentemente, però, Papa
Giovanni Paolo II è tornato ad esaltarne la figura, ripristinandolo, se non
formalmente, almeno moralmente nella posizione di preminenza in cui lo aveva
elevato la religiosità popolare. (Scorrere per visionare la Gallery)