domenica 15 novembre 2020

SAN GIORGIO: LA FEDE E LA SPADA

L’iconografia di San Giorgio di Cappadocia attraversa i secoli e la storia occidentale e mediorientale, abbracciando non solo il mondo cristiano, ma comparendo anche nella tradizione islamica.                  
Benché l’agiografia dell’eroico cavaliere sia povera di fonti storiche attendibili, la fede popolare ha portato in trionfo la sua immagine fin dai primissimi secoli. Quella che sarà poi l’Inghilterra anglicana farà di San Giorgio il suo patrono per eccellenza, attribuendogli il ruolo di protettore celeste della dinastia regnante. 
Moltissime le città italiane e straniere che lo hanno scelto come loro santo patrono. E, della stessa Genova, egli è simbolo storico e immagine tra le più familiari e rappresentate fin dai tempi della Repubblica Marinara.
Nonostante questa indiscutibile popolarità, alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, nel clima d’innovazione del Concilio Vaticano II, Papa Paolo VI ha declassato la sua festa in memoria facoltativa. Tale scelta fu probabilmente dovuta alla mancanza di fonti biografiche attendibili. Più recentemente, però, Papa Giovanni Paolo II è tornato ad esaltarne la figura, ripristinandolo, se non formalmente, almeno moralmente nella posizione di preminenza in cui lo aveva elevato la religiosità popolare. (Scorrere per visionare la Gallery)

Roberta Bergamaschi, assessore alla Cultura Municipio 1 Genova Centro Est

Roberta Bergamaschi e Miriam Pastorino

Silvia Volpe, Storica dell'Arte

Silvana Ferraris, Mater Matuta 

Silvana Ferrari, Mater Matuta

Renata Oliveri e Monica Magnani